AIDS: prevenzione e trattamento

29. 11. 2022 · Dott. Biagio Flavietti · Tempo di lettura: 5 minuti

Sono passati molti anni da quando questa patologia fece la sua prima comparsa in letteratura, nel 1981, anche se già negli anni Settanta erano stati riportati casi isolati di Aids negli Stati Uniti, ad Haiti, in Africa e in Europa. A che punto siamo? La malattia fa paura come 40 anni fa? Oggi, in occasione della Giornata Mondiale Contro l’Aids che ricorre il 1 dicembre, conosciamo meglio questa patologia, i trattamenti disponibili e gli strumenti di prevenzione.

Curare e prevenire le infezioni da HIV

Prima di capire come questa patologia può essere prevenuta e tratta, è bene avere chiare le cause di contagio e l’agente eziologico che ne è responsabile. Partiamo, quindi, dicendo che il termine AIDS sta per Sindrome da Immunodeficienza Acquisita ed è una malattia infettiva causata dal Virus dell’Immunodeficienza Umana (HIV). Si tratta di un particolare tipo di virus, diverso da quelli conosciuti del raffreddore o di altre comuni infezioni, che appartiene alla famiglia dei Retrovirus a RNA. In parole povere, il virus riesce a trasformare il proprio materiale genetico a RNA, in DNA che viene inserito nel nucleo delle cellule infettate, in modo da potersi replicare.

Le cellule bersaglio di questo virus sono i linfociti T di tipo CD4, importantissime componenti del sistema immunitario, che quindi viene via via indebolito, fino a generare uno stato di immunodepressione, pericoloso per l’organismo. Quindi il virus indebolisce il corpo e lo predispone ad altre infezioni batteriche, virali o fungine. Attualmente non esistono cure per l’eradicazione del HIV, ma il trattamento per l’Aids consiste in un controllo e una gestione efficace del virus, attraverso una combinazione di farmaci antiretrovirali, capaci di bloccare la replicazione del patogeno. Si contiene la presenza del virus nel corpo, per ridurre l’indebolimento del sistema immunitario e quindi tutte le conseguenze ad esso correlate. Solitamente, la terapia prevede una sorta di cocktail a base di farmaci antivirali con diversi meccanismi d’azione.

 

AIDS: le cause più comuni di infezione

L’HIV, al suo esordio, ha giocato come tutti i virus sull’ignoranza delle persone e sulla non conoscenza dei metodi di prevenzione e trasmissione della malattia. Oggi sappiamo, invece, che l’HIV si può trasmettere:

  • Attraverso rapporti sessuali non protetti (80%);
  • Attraverso l’utilizzo di siringhe non sterili (10%);
  • Attraverso trasfusioni di sangue infetto o trapianto d’organi (5%)

Non si può trasmettere invece attraverso:

  • Cibo, bevande e posate;
  • Puntura d’insetto;
  • Contatto fisico;
  • Vestiti e asciugamani;
  • Doccia e sanitari.

Una delle problematiche più importanti di questa infezione, riguardava i soggetti sieropositivi. Si tratta di persone che hanno contratto il virus ma non sono per forza ammalate di AIDS. Per lunghi periodi, anche anni, queste persone conducono una vita normale senza sintomi, ma risultano comunque contagiose (sono asintomatici per utilizzare un termine ormai familiare). Ciò rende più semplice il contagio, poiché è più facile che il soggetto non utilizzi tutte le precauzioni necessarie, soprattutto a livello sessuale. Attraverso delle semplici analisi del sangue è possibile sapere se si è entrati in contatto con il virus.

Cos’è la PrEP?

Esiste un metodo di profilassi pre-esposizione (PrEP) che consiste nel prendere farmaci anti-HIV da parte di persone HIV-negative, che hanno un rischio però di contrarre l'HIV. Questa terapia riduce sensibilmente il rischio di diventare sieropositivi e di poter essere contagiati dal virus. L'unico farmaco attualmente approvato per la PrEP è Truvada®, un farmaco in pillole, ognuna delle quali contiene una combinazione di due farmaci anti-HIV (tenofovir disoproxil ed emtricitabina).

 

Si sopravvive all’HIV? Terapie e farmaci

Grazie alle terapie che sono state perfezionate negli ultimi 40 anni, l'aspettativa di vita delle persone con HIV è paragonabile a quella della popolazione generale e, inoltre, l'età media delle persone che vivono con questa infezione sta aumentando. Infatti, nel 2010 era di 44 anni e si prevede che nel 2030 possa salire fino a 57 anni. Già di per sé il virus non provocava la morte “direttamente”, ma un indebolimento del sistema immunitario che predisponeva ad altre patologie e anche a tumori. Oggi, tenendo sotto controllo la malattia, si riduce anche l’immunodepressione e quindi le possibili cause di morte. I nuovi farmaci messi in commercio sono sempre meno tossici e meno intrusivi e rendono l’infezione cronica, lasciando spazio a progetti di vita personali, lavorativi e familiari, compreso quello di diventare mamme e papà. Negli ultimi anni sono state introdotte nuove classi di farmaci antiretrovirali, rispetto a quelle utilizzate agli esordi, tra cui ritroviamo:

  • Gli inibitori della fusione, che bloccano l'ingresso dell'HIV nella cellula ospite, impedendo la penetrazione del genoma virale nella cellula ospite;
  • Gli inibitori della integrasi, che inibiscono l’integrazione del genoma dell’HIV nel DNA della cellula ospite, limitando così la replicazione virale;
  • Gli inibitori del Ccr5, che inibiscono il recettore Ccr5 della cellula ospite, bloccando l’entrata del virus.

Ovviamente, bisogna ricordare che queste combinazioni di farmaci, anche se molto efficaci, non consentono la guarigione dall’infezione, ma permettono di tenerla sotto controllo. Per tale motivo, sono in sperimentazione nuove classi di farmaci mirati a stimolare e supportare il sistema immunitario, piuttosto che a una diretta azione antivirale.

Circa l'autore
Dott. Biagio Flavietti
Dott. Biagio Flavietti
Dopo aver conseguito una laurea in Farmacia presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II e successivamente una seconda laurea specialistica in Scienze della Nutrizione Umana, presso la medesima facoltà, ho lavorato in diverse farmacie del territorio. Qui ho avuto modo di ampliare la mia conoscenza sull’utilizzo e la vendita di farmaci e integratori e ho toccato con mano le esigenze delle persone. A partire dal 2017 ho fondato una pagina di divulgazione scientifica (Farmabook) che mi ha permesso di inserirmi nel mondo della comunicazione Healthcare. Ho ottenuto diversi brevetti come Social Media Manager e conseguito un Master in Sostenibilità ambientale e prodotti biologici. A partire dal 2020 lavoro in Dr. Max, come Web Content Editor. In questo modo ho fatto convergere la mia passione per la divulgazione con una professione che ad oggi risulta importantissima per aziende farmaceutiche e siti di e-commerce.
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Dopo aver conseguito una laurea in Farmacia presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II e successivamente una seconda laurea specialistica in Scienze della Nutrizione Umana, presso la medesima facoltà,...
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