Bambini e ingestione sostanze tossiche: cosa fare?

23. 2. 2023 · Dott.ssa Chiara Leocata · Tempo di lettura: 5 minuti

Quante volte ci è capitato di guardare un bambino con un viso preoccupato che esprime palesemente "ne ho combinata una delle mie?" La maggior parte delle volte ha rovesciato il barattolo della marmellata facendo un pasticcio ma niente di preoccupante. A volte però si verificano delle situazioni più gravi,come l'ingestione di sostanze tossiche. Questo porta a quello che viene definito avvelenamento, ovvero l'effetto provocato da una sostanza nociva che viene introdotta, di solito involontariamente, nell'organismo. È un fenomeno che interessa circa 60 mila casi l'anno, di cui però il quasi 40% riguarda i bambini. Questo succede perché i bambini, in quanto tali, non riescono a discriminare le azioni pericolose, tantomeno le sostanze nocive da quelle innocue. A tutte le età, specialmente durante l'infanzia, il bambino scopre il mondo e lo fa attraverso i propri sensi: esplora l'ambiente circostante non solo guardandolo e ascoltandolo, ma anche toccandolo, odorandolo e gustandolo. Infatti, le mani e la bocca sono tra i principali mezzi che il bambino utilizza per capire le cose che lo circondano, per conoscere come tutto funziona. Per questo motivo sono una categoria a rischio quando si tratta di avvelenamento.


Di cosa parliamo in questo articolo:

Quali sono i tipi di avvelenamento?

In base alle modalità con cui la sostanza tossica entra nel nostro organismo, possiamo definire:

  • Avvelenamento per ingestione: è il caso in cui le sostanze tossiche vengono introdotte attraverso la bocca e giungono all'apparato digerente (ad esempio farmaci, detersivi, etc);
  • Avvelenamento per contatto: le sostanze tossiche permeano tramite la pelle e le mucose degli occhi;
  • Avvelenamento per inalazione: si tratta del passaggio di gas tossici nell'apparato respiratorio.

Tra le principali sostanze che causano avvelenamento troviamo, in ordine di frequenza: farmaci, prodotti domestici, pesticidi, prodotti industriali, piante e altro.

Dove succede di solito?

Se siamo tutti d'accordo che la casa sia il luogo sicuro di ognuno, siamo anche d'accordo che sia per tutti il luogo in cui ci muoviamo senza troppi problemi e insicurezze, nel quale tutto è a nostra disposizione. Ed è innegabile che sia così anche per i bambini: la casa, oltre che essere primo luogo di esplorazione libera, in cui spesso il bambino si sente sicuro di andare in giro e scoprire quello che lo circonda, è anche quello in cui tutte le sostanze sono accessibili.

Nelle mura domestiche, infatti, avviene il 90% degli avvelenamenti, proprio perché anche i genitori allentano il controllo e la supervisione considerandolo, giustamente, il luogo più sicuro per i bambini.

Cosa fare per prevenire situazioni pericolose?

Dato che appare evidente come le mura domestiche possano rappresentare un pericolo, bisogna innanzitutto agire preventivamente con alcune semplici azioni.

  1.  Conservare i prodotti domestici (detersivi, saponi, etc.) e per l'igiene della casa in luogo sicuro difficilmente accessibile al bambino, senza travasarli mai in bottiglie di plastica o contenitori del cibo che possano portare il bambino stesso a fraintendimenti;
  2.  I farmaci devono essere riposti in armadietti posti in alto, non raggiungibili o ancor meglio chiusi a chiave, senza che vengano chiamati con modi di fantasia (caramelle, pozioni magiche) che anche in questo caso portino il bambino a fraintendere il contenuto della confezione;
  3.  Nei periodi invernali far eseguire la pulizia di caldaia, stufa e canne fumarie in genere: tra le più insidiose forme di avvelenamento vi è quella da monossido di carbonio che è inodore quindi ancor più pericolosa e spesso sottovalutata.

Quali sono i sintomi? E come comportarsi?

Sebbene ogni tipologia di avvelenamento abbia dei sintomi specifici quindi diversi dalle altre, quello che si riscontra sarà sicuramente nausea, vomito, diarrea e capogiri. Nei casi più gravi si osservano anche perdita di coscienza e crisi convulsive.

In particolare:

  • Nel caso di ingestione non bisogna mai indurre il vomito, né dare da mangiare o bere, né assaggiare il prodotto che si sospetta il bambino abbia ingerito;
  • In caso di sospetto avvelenamento da contatto bisogna allontanare la sostanza irritante bagnando gli occhi con acqua corrente senza applicare pomate o rimedi casalinghi, se non i prodotti indicati dal centro antiveleni o dal pediatra.
  • Se invece l'avvelenamento pare avvenuto per inalazione bisogna contattare il 112 in caso di problemi respiratori o stati neurologici alterati (convulsioni).

In caso di sospetto di intossicazione in una situazione di emergenza in cui vi è pericolo di vita bisogna, senza esitare, chiamare il numero unico di emergenza 112 o il numero del pronto soccorso 118.

Nel caso in cui venga a mancare la situazione di pericolo di vita, oppure in situazioni dubbie, bisogna chiamare il CAV o Centro Antiveleni: un servizio ospedaliero gratuito aperto 24 ore su 24 che permette di parlare con un medico in grado, in base ai dati raccolti da una brevissima intervista telefonica, di fornire le indicazioni giuste da mettere in atto.

 

Circa l'autore
Dott.ssa Chiara Leocata
Dott.ssa Chiara Leocata
Chiara Leocata, Farmacista iscritta all’ordine dei farmacisti di Catania. Curiosità e passione mi hanno portata non solo a praticare il mio lavoro ma anche a divulgarlo. Mi piace la chimica applicata alla vita quotidiana, ed è questo che dei farmaci mi ha sempre affascinato: tante formule chimiche incomprensibili a molti, diventano compresse bicolore alla portata di tutti. Nella mia esperienza imparo ogni giorno quanto informare il cliente su quello che assume o può assumere possa cambiare le sorti della terapia: un cliente più consapevole corrisponde spesso ad una aderenza terapeutica migliore. Per questo mi piace parlare ai miei clienti ogni giorno in farmacia e scrivere di scienza tramite la divulgazione online.
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