Come convivere con l’intolleranza al lattosio? Una piccola Guida

6. 6. 2023 · Tempo di lettura: 9 minuti

Sono sempre di più le persone che si scoprono intolleranti al lattosio, ma è inutile piangere sul latte versato. Con semplici accorgimenti è possibile tenere sotto controllo questa patologia e i suoi sintomi.

Dott. Biagio Flavietti
Dott. Biagio Flavietti
Come convivere con l’intolleranza al lattosio? Una piccola Guida

L'intolleranza al lattosio è una condizione del corpo che interessa circa il 50% degli italiani[1] e consiste nell'incapacità dell'organismo di digerire completamente lo zucchero (lattosio) presente nel latte e nei suoi derivati. Ciò è causato da una presenza insufficiente dell'enzima lattasi, deputato alla scissione del lattosio nei suoi componenti di base (glucosio e galattosio). Solo queste due piccole molecole saranno in grado di essere assorbite dai villi intestinali e arrivare all’interno del circolo sistemico. Al contrario il lattosio, se rimane tal quale all’interno del lume intestinale, può attirare liquidi per osmosi e fermentare, generano crampi, diarrea e altri disturbi gastrointestinali.



[1] https://www.associazioneaili.it/intolleranza-al-lattosio/i-primi-passi/

Intolleranza al lattosio: quali comportamenti seguire?

Qualcuno potrà pensare che basti restare lontano da latte e latticini per evitare i sintomi dell’intolleranza, e in parte è vero! La prima cosa da capire è che l’intolleranza al lattosio è dose dipendente e quindi dipende da quanto lattosio si introduce all’interno del corpo. C’è chi riesce a tollerarne solo un cucchiaio e chi invece un bicchiere. Questo dipende dalla quantità di enzimi lattasi disponibili a livello intestinale, per la digestione di questo zucchero. Oltre al latte bisogna essere attenti a tutti gli alimenti che possono nascondere al loro interno il lattosio, come insaccati già confezionati, gelati, prodotti industriali e tutti quei prodotti (come salse e zuppe) che usano il lattosio come eccipiente. C’è da prestare attenzione anche a farmaci e integratori che possono contenere il lattosio come eccipiente di preparazione. In questo caso, però, è possibile utilizzare prodotti senza lattosio. La principale arma di un intollerante al lattosio rimane l’etichetta che viene apposta sugli alimenti. Sarà necessario dare uno sguardo agli ingredienti, per scovare l’eventuale presenta di lattosio e fare una scelta consapevole. Se si mangia fuori basterà scegliere pietanze che non abbiano grandi quantitativi di lattosio al loro interno. Infatti, a differenza dell’allergia alle caseine del latte, che deve prevedere la totale assenza di queste ultime all’interno del proprio menù, per l’intolleranza al lattosio basta evitare sole le grosse quantità.

Come capire se si è intolleranti al lattosio?

  • crampi;
  • mal di pancia;
  • gonfiore addominale e flatulenze;
  • diarrea;
  • altri sintomi gastro-intestinali.

Queste sono i principali sintomi che colpiscono un soggetto affetto da intolleranza al lattosio. Sono sintomi che hanno un’entità che dipende da quanto lattosio si è in grado di digerire e sono molto facili da correlare all’assunzione di alimenti a base di latte. Per avere una diagnosi più certa di intolleranza al lattosio, è possibile eseguire un Breath Test o “test del respiro”. Si tratta di un tipo di analisi che consiste nell’assunzione di una dose di lattosio e nella successiva espirazione all’interno di un tubo. Il macchinario sarà in grado di rilevare la presenza di alcuni gas prodotti a causa della fermentazione batterica intestinale del lattosio. Tra i gas si rileva l’idrogeno (H2), che facilmente passa attraverso tessuti e sangue all’interno dell’aria che si espira. Attraverso questo test è possibile stabilire se si è affetti da intolleranza al lattosio oppure no.

Chi è intollerante al lattosio cosa può mangiare?

Gli alimenti che contengono la maggiore percentuale di lattosio sono il latte ed i suoi derivati, anche se tra alimento ed alimento c’è una differenza di concentrazione talvolta significativa per il soggetto intollerante al lattosio. Il siero del latte è la parte più abbondante in lattosio e molto spesso viene utilizzata dall’industria alimentare per realizzare dolci, bevande e prodotti confezionati. Discorso simile si può fare per la polvere di latte, che viene utilizzata per la realizzazione di zuppe, salse pronte e pietanze in scatola. Queste diciture permettono al soggetto intollerante di stare attento alle etichette alimentari per capire se sono presenti percentuali di lattosio nascosto.

Per quanto riguarda gli yogurt, grazie alla loro acidità e alla presenza di “batteri buoni” e lattasi al loro interno, li rendono maggiormente digeribili per gli intolleranti.

Infine, tra i derivati del lattosio ci sono i formaggi stagionati, come provolone, pecorino, parmigiano reggiano o grana. Questi alimenti possono essere inseriti all’interno di una dieta senza lattosio, presentando calcio utile per le ossa e assenza di lattosio.

Come si diventa intolleranti al lattosio?

Si può essere intolleranti dalla nascita o diventarlo, le forme di intolleranza al lattosio sono diverse:

  • Intolleranza al lattosio genetica primaria
  • Intolleranza al lattosio transitoria
  • Intolleranza al lattosio congenita

Le forme più gravi e irreversibili sono quelle derivanti da problemi genetici e\o congeniti, al contrario però esistono anche transitorie e reversibili. L’intolleranza transitoria è provocata dalla riduzione della lattasi dopo una malattia, come in caso di celiachia non controllata dalla dieta senza glutine oppure in seguito a gastroenteriti o altre malattie infiammatorie che coinvolgono l’intestino. Anche un intervento o un trauma intestinale possono portare a questo tipo di intolleranza momentanea. Si tratta di un problema temporaneo, che può essere risolto con una “disintossicazione” dal lattosio per qualche mese. In questo modo si può riprendere la normale digestione e assorbimento del lattosio.

Prodotti per l’intolleranza al lattosio

I prodotti che vengono realizzati per gli intolleranti al lattosio sono di due tipologie:

  • Alimenti e prodotti senza lattosio: sono tutte quelle categorie di alimenti che per natura non contengono lattosio, oppure sono creati dall’industria alimentare proprio per soddisfare le esigenze degli intolleranti al lattosio. Esistono biscotti, merendine, snack e tanti altri prodotti senza lattosio, tra questi è presente anche il latte delattosato.
  • Integratori a base di enzimi lattasi: si tratta di integratori alimentari per l’intolleranza al lattosio, in compresse che contengono l’enzima lattasi, per migliorare la digestione del lattosio nei soggetti che mal digeriscono il lattosio. Prodotti come Isypan® Intolleranza Lattosio vengono assunti prima del pasto per favorire il processo di digestione del lattosio e tollerare dosi più alte di questo zucchero. Oltre all’enzima lattasi, Isypan è arricchito di vitamina D3, per favorire il benessere delle ossa, ed è prodotto con la tecnologia FM-LipoMatrix, che permette un rilascio graduale della lattasi, aumentando così il tempo di assimilazione e l’efficacia. Ovviamente, anche se si usano questi prodotti non è consigliato abusare di alimenti troppo ricchi di lattosio. Un'altra proposta, Zymerexche viene assunto sempre prima del pasto per favorire il processo di digestione del lattosio.
    E' bene ricordare che, anche se si usano questi prodotti, non è consigliato abusare di alimenti troppo ricchi di lattosio. 

Faq

Cosa provoca l’intolleranza al lattosio?

L’assunzione di lattosio e prodotti contenenti derivati del latte, può scaturire sintomi da malassorbimento (diarrea, crampi e gonfiore) nei soggetti che presentano dei deficit dell’enzima lattasi.

Quali formaggi possono mangiare gli intolleranti al lattosio?

Gli intolleranti al lattosio possono assumere formaggi stagionati come provolone, pecorino, parmigiano reggiano o grana. Questi prodotti durante il loro processo di stagionatura perdono il lattosio e si arricchiscono di calcio, utile per ossa e articolazioni.

Che esami fare per intolleranza al lattosio?

L’esame da fare per l’individuazione dell’intolleranza al lattosio è il “test del respiro o Breath test”. L’analisi dura circa 4 ore e consiste nel fare espirare i pazienti in un sacchetto una prima volta prima dell'assunzione di lattosio e poi ogni 30 minuti nelle 3 ore successive all’assunzione di una dose di lattosio.

Come riconoscere l’intolleranza al lattosio?

L’intolleranza al lattosio provoca sintomi come crampi, mal di pancia, gonfiore addominale e flatulenze, diarrea e altri sintomi gastro-intestinali, che possono facilmente associati all’assunzione di latte e derivati del latte.

  • Isypan® Intolleranza Lattosio 30 Compresse

    Integratore per Intolleranza al Lattosio
    Isypan Intolleranza Latt 30Cpr è un integratore a base di enzimi lattasi e vitamina D3, utile per digerire il lattosio ed evitare sintomi da intolleranza.
  • Zymerex Gonfiore Plus Integratore 4 Azioni è un integratore a base di prebiotici, probiotici ed estratti vegetali di carciofo, zenzero, meliloto, coriandolo e genziana in grado di favorire completamente il benessere intestinale.

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    Circa l'autore
    Dott. Biagio Flavietti
    Dott. Biagio Flavietti
    Dopo aver conseguito una laurea in Farmacia presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II e successivamente una seconda laurea specialistica in Scienze della Nutrizione Umana, presso la medesima facoltà, ho lavorato in diverse farmacie del territorio. Qui ho avuto modo di ampliare la mia conoscenza sull’utilizzo e la vendita di farmaci e integratori e ho toccato con mano le esigenze delle persone. A partire dal 2017 ho fondato una pagina di divulgazione scientifica (Farmabook) che mi ha permesso di inserirmi nel mondo della comunicazione Healthcare. Ho ottenuto diversi brevetti come Social Media Manager e conseguito un Master in Sostenibilità ambientale e prodotti biologici. A partire dal 2020 lavoro in Dr. Max, come Web Content Editor. In questo modo ho fatto convergere la mia passione per la divulgazione con una professione che ad oggi risulta importantissima per aziende farmaceutiche e siti di e-commerce.
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    Dott. Biagio Flavietti
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    Dopo aver conseguito una laurea in Farmacia presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II e successivamente una seconda laurea specialistica in Scienze della Nutrizione Umana, presso la medesima facoltà,...
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