Tumore al seno: cos’è?

16. 10. 2023 · Tempo di lettura: 11 minuti

Ottobre è il mese della prevenzione e della lotta al tumore al seno: in questo articolo scopriremo di cosa si tratta, quali sono i sintomi e come prevenirlo.

Dott.ssa Chiara Leocata
Dott.ssa Chiara Leocata
Tumore al seno: cos’è?

Ottobre è il mese della prevenzione e della lotta al tumore al seno: sicuramente conosciuto e noto, ma non sempre in tutte le sue forme. Infatti, il tumore al seno è una malattia che non intacca solo il corpo: le sue conseguenze psicologiche sono spesso sottovalutate o addirittura ignorate. Si fa forte quindi il bisogno di prevenzione, in un mese totalmente dedicato alla malattia, che offre la possibilità di sottoporsi a visite senologiche gratuite.

I dati parlano chiaro: le diagnosi sono in aumento. In Italia per l’anno 2022 sono state stimate circa 55.700 nuove diagnosi di tumore nelle donne, con un incremento dello 0,5% rispetto al 2020 (dati dal Ministero della Salute).

Le tipologie principali di tumore al seno

Per parlare con precisione di tumore al seno bisogna innanzitutto sapere che non si tratta di una tipologia soltanto: ne esistono diversi tipi. Il più diffuso è il carcinoma e si sviluppa a partire dalle cellule epiteliali. Questo si differenzia, ad esempio, in: carcinoma duttale intraepiteliale, carcinoma lobulare intraepiteliale, carcinoma tubulare, carcinoma mucinoso, ecc.

Per quel che riguarda cause e fattori di rischio, bisogna partire da che cosa è effettivamente il tumore al seno: si tratta di un accumulo (lento, progressivo) di mutazioni genetiche del DNA di cui però le cause risultano essere ancora in gran parte sconosciute.

Sono stati però sicuramente individuati dei fattori di rischio che contribuiscono alla sua formazione e crescita, che si differenziano in modificabili e non modificabili. Come è facile intuire, i fattori non modificabili non si possono prevenire e riguardano ad esempio la familiarità e le mutazioni che colpiscono i geni BRCA1 e BRCA2.

Quello su cui è possibile, invece, intervenire in termini di prevenzione riguarda:

  • Abitudini alimentari scorrette (che portano a sovrappeso e obesità)
  • Fumo di sigaretta
  • Abuso di alcol

Da considerarsi come elementi da monitorare e tenere in considerazione sono anche le terapie ormonali sostitutive che vengono utilizzate nel periodo della menopausa, una menopausa tardiva (che si verifica quindi dopo i 55 anni) o un menarca precoce (le mestruazioni arrivano prima dei 12 anni), il seno denso, eventuale radioterapia effettuata ad altezza del petto

 

Aspetto e stadi di evoluzione del tumore al seno

Il tumore al seno è una patologia complessa caratterizzata da molteplici aspetti e stadi di evoluzione. Inizialmente, può svilupparsi in modo asintomatico, con piccole cellule cancerogene che crescono all'interno del tessuto mammario. Man mano che il tumore progredisce possono comparire sintomi come un nodulo palpabile nel seno, cambiamenti nella forma o nelle dimensioni del seno, arrossamenti della pelle o secrezioni anomale dai capezzoli.

Il tumore al seno è classificato in cinque stadi distinti, identificati come stadi 0 a 4:

  • Stadio 0: In questa fase, il carcinoma è "in situ", il che significa che non si è diffuso e non ha dato luogo a metastasi.
  • Stadio 1: Questo stadio rappresenta la fase iniziale del tumore, caratterizzata da una dimensione del tumore inferiore a 2 cm e dalla mancanza di diffusione ai linfonodi ascellari.
  • Stadio 2: Qui il tumore è più grande di 2 cm, ma non superiore a 5 cm, o può essersi diffuso ai linfonodi ascellari.
  • Stadio 3: In questa fase, il tumore ha raggiunto un grado più avanzato di diffusione, coinvolgendo maggiormente le aree linfonodali.
  • Stadio 4: Questo è il livello più avanzato della malattia, in cui sono presenti metastasi a distanza. Anche se lo stadio è più grave, ci sono ancora opzioni di trattamento disponibili.
    Inoltre, va presa in considerazione la posizione del tumore, con la maggior parte di essi che si sviluppa nel quadrante superiore esterno della mammella.

Cause e sintomi iniziali

Il sintomo per eccellenza è sicuramente il nodulo: si tratta di una formazione generalmente indolore a livello del seno o dell’ascella (in altri casi anche nella clavicola). Ma non tutti i noduli sono necessariamente maligni o sintomi di carcinoma mammario: infatti, nella maggior parte dei casi quelli che vengono identificati sono lesioni innocue che riguardano cisti, formazioni quali fibroadenomi tipiche della mastopatia fibrocistica.

I segnali da non sottovalutare in nessun caso riguardano, sono: dolore al seno o alla zona attorno al capezzolo; irritazione, desquamazione della pelle del seno o della zona attorno al capezzolo; secrezioni da un solo capezzolo o alterazioni della sua forma o della forma del seno; cute con aspetto a buccia d’arancia; formazione di “fossette” nella parte superiore del seno.

Indubbiamente, tra le complicanze da temere nel caso di cancro al seno vi sono le metastasi ad altri organi e tessuti come ossa, polmoni, fegato e cervello.

 

Tumore al seno: quando preoccuparsi?

Non tutti i noduli al seno sono preoccupanti, ma ci sono segnali importanti che dovrebbero spingere a consultare uno specialista senza indugio:

  • Dolore al seno o al braccio: Anche se il cancro al seno raramente causa dolore nei primi stadi, qualsiasi dolore persistente in queste zone richiede una valutazione specialistica.
  • Variazioni nella forma o dimensione del seno: Cambiamenti evidenti nella conformazione del seno, come deformità o ritiro, possono essere segni indicativi di problemi che necessitano di ulteriori indagini.
  • Alterazioni della pelle: La comparsa di pelle arrossata o irregolare nella zona interessata, spesso denominata "pelle d'arancia", potrebbe essere sintomatica di una condizione sottostante e va sottoposta a una valutazione medica.
  • Secrezioni dal capezzolo: Qualsiasi tipo di secrezione dal capezzolo, soprattutto se sanguinolenta o unilaterale, costituisce un segnale che richiede ulteriori esami.
    In presenza di uno o più di questi segnali, è cruciale consultare uno specialista in senologia per una valutazione completa.

Alcuni consigli: dalla mammografia all’autopalpazione

Come già accennato, il ruolo della prevenzione risulta fondamentale nell’identificazione tempestiva di un carcinoma mammario e può fare la differenza nella prognosi. Oltre che adottare uno stile di vita sano, bisognerebbe eseguire una mammografia ogni anno a partire dai 40 anni d’età. In caso di familiarità con il carcinoma mammario o con il cancro alle ovaie questa età scenderebbe a 30 anni. Vista l’importanza e l’attenzione alla prevenzione, esistono diversi programmi di screening oncologico nazionale grazie ai quali è possibile eseguire la mammografia a regime gratuito ogni due anni, per le pazienti di età compresa tra 50 e 69 anni.

E se la “routinaria” prevenzione è importante, quella quotidiana è fondamentale. Si tratta dell’autopalpazione, una tecnica accessibile a tutti e tutte, che permette di trovare in maniera veloce eventuali anomalie. Tra il settimo e il quattordicesimo giorno dall’inizio del ciclo mestruale per le donne fertili, in qualsiasi momento invece per le donne in gravidanza o in menopausa.

Come eseguire l’autopalpazione? Posizionarsi con il busto eretto davanti a uno specchio, con le braccia rilassate lungo il corpo ed eseguire queste semplici azioni:

  • Contrarre i pettorali osservando il seno per scovare eventuali anomalie riguardo forma, volume e cute;
  • Posizionare il braccio destro dietro la nuca e palpare la mammella con i polpastrelli delle dita della mano sinistra, in senso orario partendo dalla parte superiore e spostandosi fino a completare un cerchio immaginario. Dedicarsi anche all’area del capezzolo e cavo ascellare; cambiando mano si procede poi con la mammella sinistra;
  • Spremere leggermente e delicatamente i capezzoli tenendoli tra indice e pollice per eventuale presenza di secrezioni

Diagnosi e trattamento

La diagnosi e il trattamento del tumore al seno rappresentano una parte fondamentale nella gestione di questa malattia. La diagnosi solitamente inizia con un esame clinico del seno da parte di un medico, seguito da esami di imaging come la mammografia, l'ecografia o la risonanza magnetica, che possono rivelare la presenza di un tumore o di anomalie nel tessuto mammario.

Inoltre, la biopsia, che consiste nel prelevare un piccolo campione di tessuto dalla zona sospetta, è spesso necessaria per confermare la presenza di cellule cancerogene e per determinare il tipo specifico di tumore al seno.

Una volta effettuata la diagnosi, il trattamento può variare in base allo stadio del tumore, alla sua aggressività e ad altri fattori individuali. Le opzioni di trattamento includono la chirurgia per rimuovere il tumore (mastectomia o tumorectomia), la radioterapia, la chemioterapia, l'ormonoterapia e l'immunoterapia.

La scelta del trattamento è spesso una decisione condivisa tra il paziente e il suo team medico, e mira a massimizzare le possibilità di guarigione, minimizzando al contempo gli effetti collaterali. La diagnosi precoce e l'accesso a cure appropriate sono essenziali per migliorare le prospettive di sopravvivenza e la qualità di vita delle persone affette da tumore al seno.

Tumore al seno: si può parlare di guarigione definitiva?

Nel contesto del tumore al seno, "guarigione definitiva" è un termine complesso e dipende da vari fattori. Molte pazienti con tumore al seno, specialmente se diagnosticato precocemente e trattato adeguatamente, possono raggiungere una condizione in cui non vi è alcuna evidenza di malattia attiva, e questa situazione è spesso definita come "remissione completa". Tuttavia, il cancro può essere una malattia imprevedibile, e ciò che può sembrare una remissione completa potrebbe comportare il rischio di ricaduta nel corso del tempo.

La prospettiva di guarigione definitiva dipende dallo stadio iniziale del tumore, dal suo tipo, dalla risposta al trattamento e da altri fattori individuali. Alcuni pazienti possono essere considerati "curati" se rimangono in remissione per un lungo periodo di tempo senza ricadute, ma il cancro può essere insidioso e richiedere un follow-up a lungo termine per monitorare eventuali segni di recidiva.

In breve, nonostante molte pazienti siano in grado di affrontare con successo il tumore al seno e vivere una vita sana e appagante dopo il trattamento, il concetto di "guarigione definitiva" può essere difficile da applicare al cancro, poiché implica la completa eliminazione del rischio di recidiva. Il follow-up regolare con il medico è essenziale per monitorare la situazione a lungo termine e affrontare eventuali problemi in modo tempestivo.

Piccoli accorgimenti possono permettere una diagnosi precoce, quindi una prognosi più positiva: non solo ad ottobre, ma tutto l’anno dedicati alla prevenzione e vestiti di rosa!

Domande frequenti sul tumore al seno

Dove fa male il seno se si ha un tumore?
Quale tumore al seno è più pericoloso?
Quando può venire il tumore al seno?
Circa l'autore
Dott.ssa Chiara Leocata
Dott.ssa Chiara Leocata
Chiara Leocata, Farmacista iscritta all’ordine dei farmacisti di Catania. Curiosità e passione mi hanno portata non solo a praticare il mio lavoro ma anche a divulgarlo. Mi piace la chimica applicata alla vita quotidiana, ed è questo che dei farmaci mi ha sempre affascinato: tante formule chimiche incomprensibili a molti, diventano compresse bicolore alla portata di tutti. Nella mia esperienza imparo ogni giorno quanto informare il cliente su quello che assume o può assumere possa cambiare le sorti della terapia: un cliente più consapevole corrisponde spesso ad una aderenza terapeutica migliore. Per questo mi piace parlare ai miei clienti ogni giorno in farmacia e scrivere di scienza tramite la divulgazione online.
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Chiara Leocata, Farmacista iscritta all’ordine dei farmacisti di Catania. Curiosità e passione mi hanno portata non solo a praticare il mio lavoro ma anche a divulgarlo. Mi piace la...
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