Poliomielite (o Polio): cos’è?

9. 6. 2023 · Tempo di lettura: 8 minuti

Conoscere la polio ed i meccanismi che governano la sua diffusione è importante per comprendere la necessità e l’importanza della campagna vaccinale e dei sistemi di vigilanza in quanto fintanto che il virus non sarà completamente eradicato nel mondo, esiste il rischio di reintroduzione della malattia. 

Dott.ssa Maria Virginia Carra
Dott.ssa Maria Virginia Carra
Poliomielite (o Polio): cos’è?

La poliomelite è una malattia di origine infettiva causata dal Poliovirus, virus appartenente alla famiglia degli Enterovirus, isolato per la prima volta nel 1909. Il primo vaccino venne sviluppato nel 1954 e nel 1955 fu reso disponibile in America, dove nello stesso anno la diffusione della malattia raggiunse un picco di oltre 21.000 casi. In Italia il picco di contagi si raggiunse nel 1958 quando furono registrati 8.000 casi. Nel nostro paese, dal 1996 la vaccinazione antipolio è obbligatoria e l’ultimo caso si è registrato nel 1982.

Grazie alle campagne di vaccinazione e ai sistemi di sorveglianza, oggi la malattia è quasi scomparsa, tuttavia nel mondo vi sono ancora dei casi, in modo particolare in paesi come Afghanistan e Pakistan che rimangono tuttora endemici, in quanto non hanno mai smesso di registrare dei casi.

Come si contrae la Polio?

La poliomelite è una malattia infettiva altamente contagiosa che si trasmette per via oro-fecale, tramite saliva, colpi di tosse, starnuti da soggetti ammalati o attraverso l’ingestione di cibi o acqua contaminati.

Il virus, una volta entrato in contatto con l’organismo, è in grado di moltiplicarsi nell’intestino, nella mucosa oro-faringea e nei tessuti linfatici e può essere diffuso anche da portatori sani o prima che i sintomi della malattia si manifestino.

La poliomelite può colpire persone di qualunque età e sesso anche se i principali soggetti a rischio sono i bambini al di sotto dei 3 anni. La trasmissione della malattia, soprattutto in assenza di misure igieniche adeguate può essere molto rapida anche a causa della sintomatologia poco distinguibile da influenza o altre infezioni virali. I sintomi più gravi causati dalla polio, come paralisi o meningite sono fortunatamente più rari e i motivi per cui un individuo sviluppi una forma più o meno grave non sono ancora del tutto chiari.

I principali fattori di rischio, secondo quanto descritto dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) sono:

  • immunodeficienza
  • gravidanza
  • rimozione delle tonsille
  • iniezioni intramuscolari
  • esercizio fisico vigoroso e/o esagerato
  • ferite o lesioni.

Diagnosi e Trattamento della Polio

La diagnosi di poliomelite non è semplice in quanto i sintomi sono pochi e spesso aspecifici. Rigidità della nuca e della schiena, difficoltà di flessione del collo, difficoltà a sollevare le gambe o riflessi anomali sono sintomi riconducibili alla malattia. Per la conferma diagnostica è necessario il prelievo di un campione biologico (ad esempio espettorato o liquido cerebro-spinale) sul quale viene effettuata la ricerca del virus. Secondo i dati OMS, la paralisi, ovvero la manifestazione più evidente e grave della malattia, è causata solo da un’infezione su 200. Tale paralisi chiamata Paralisi Flaccida Acuta (AFP) è simile a quella provocata da altre malattie come la Guillain-Barré, la mielite trasversa, la poliradiculoneurite, la neurite traumatica e quella neoplastica pertanto solo l’isolamento e la tipizzazione dell’agente patogeno consentono di valutare l’effettiva incidenza della polio rispetto all’insieme delle AFP.

Per questa ragione e quindi per valutare la reale incidenza della poliomelite rispetto all’insieme delle AFP, l’OMS ha messo in atto un sistema di sorveglianza attivo a livello mondiale. In Italia esiste un progetto di monitoraggio annuale dei casi di paralisi chiamato Sorveglianza delle paralisi flaccide acute (AFP).

Purtroppo ad oggi non esistono cure specifiche per la poliomelite, esistono soltanto trattamenti mirati alla riduzione dei sintomi

Le conseguenze della Poliomielite

Nella maggioranza dei casi l’infezione decorre in modo asintomatico, in altri, si manifestano sintomi simili all’influenza la cui regressione è completa e la conseguenza è un’immunità stabile dell’individuo.

In altri casi, invece, sono colpiti i neuroni motori con compromissione dei muscoli interessati. Le conseguenze possono essere anche fatali se vi è paralisi dei muscoli dell’apparato respiratorio (5-10% dei casi secondo dati OMS).

Poliomielite e Prevenzione

L’igiene, come per tutte le malattie infettive è sicuramente un ottimo punto di partenza per la prevenzione della malattia soprattutto per quanto riguarda la via di trasmissione oro-fecale. Purtroppo però, soprattutto nei Paesi industrializzati non è sufficiente ad eliminare la malattia, trasmessa in primis mediante secrezione respiratorie come colpi di tosse o starnuti.

L’unico metodo di prevenzione è rappresentato dalla vaccinazione. In particolare, esistono due tipo di vaccini per il poliovirus:

  • il vaccino “inattivato” di Salk (IPV), somministrato per via intramuscolare;
  • Il vaccino “vivo attenuato” di Sabin (OPV), somministrato per via orale.

Il vaccino vivo attenuato di Sabin è il vaccino che ha permesso l’eradicazione della poliomielite in Europa ed è quello raccomandato dall’OMS per l’eradicazione della malattia a livello mondiale.

In Italia, dal 2002, il vaccino utilizzato è quello inattivato, un tipo di vaccino che prevede la somministrazione del virus inattivo ma con la capacità di stimolare il sistema immunitario dell’individuo.

Sempre in Italia, la vaccinazione antipolio prevede la somministrazione di 3 dosi nel primo anno di vita, (al 3°, 5° e 11° mese), seguite da 2 richiami al 6° e dopo il 12° anno di vita.

Poliomielite oggi: è ancora presente? 

Il 21 giugno del 2002 l’Italia è stata dichiarata ufficialmente libera dalla poliomelite. Tuttavia, come già accennato, la malattia potrebbe ricomparire a causa di importazione da altri paesi dove la malattia è ancora presente e diffusa. Resta quindi fondamentale, per contrastare un eventuale ricomparsa della malattia, la sorveglianza dei casi di PFA e la vaccinazione, unica arma di difesa per proteggere adulti e bambini dalla polio.

FAQ

Cosa provoca la poliomelite?

Nei casi più gravi e fortunatamente più rari può portare a paralisi e atrofia muscolare. Gli esiti della poliomelite sono diversi a seconda della forma in cui si manifesta la malattia.

Quando si fa il vaccino poliomielite?

La vaccinazione antipolio prevede la somministrazione nel primo anno di vita di 3 dosi. In particolare al 3°, 5° e 11° mese di vita, seguite da due richiami al 6° e dopo il 12° anno di vita.

Dove c'è ancora la poliomielite?

In alcuni paesi del mondo la poliomelite è ancora presente. In particolare paesi come Afghanistan e Pakistan rimangono tuttora endemici, in quanto non hanno mai smesso di registrare dei casi.

Come colpisce la poliomielite?

La poliomelite è una malattia infettiva altamente contagiosa che si trasmette per via oro-fecale, tramite saliva, colpi di tosse o starnuti da soggetti ammalati o attraverso l’ingestione di cibi o acqua contaminati.

Quando è stata debellata la poliomielite in Italia?

In Italia l’ultimo caso di poliomelite si è verificato nel 1982. Nel 2002 l’Italia è stata dichiarata “Polio-Free”.

Quanto dura il vaccino per la poliomielite?

Il vaccino dura per tutta la vita e prevede la somministrazione nel primo anno di vita di 3 dosi. In particolare al 3°, 5° e 11° mese di vita, seguite da due richiami al 6° e dopo il 12° anno di vita.

Come è stata sconfitta la poliomielite?

La poliomelite è stata sconfitta attraverso un’intensa campagna vaccinale e un sistema di sorveglianza attivo a livello mondiale. Purtroppo in alcuni paesi è ancora diffusa.

Quanti casi di poliomielite in Italia?

In Italia il picco è stato raggiunto nel 1958 quando sono stati registrati 8.000 casi. Dal 1982 non si sono più verificati casi di poliomelite.

Perché si chiama poliomielite?

Il nome poliomelite deriva dal greco. La parola poliòs significa “grigio” e myelòs significa “midollo” in quanto la malattia colpisce i neuroni motori situati nel midollo spinale.

Quanti vaccini sono stati fatti per la poliomielite?

Esistono due tipo di vaccini per il poliovirus:

  • il vaccino “inattivato” di Salk (IPV), somministrato per via intramuscolare
  • Il vaccino “vivo attenuato” di Sabin (OPV), somministrato per via orale.

Quale vaccino antipolio si usa in Italia?

In Italia, dal 2002, il vaccino utilizzato è quello inattivato di SALK (IPV), un tipo di vaccino che prevede la somministrazione del virus inattivato ma con la capacità di stimolare il sistema immunitario dell’individuo.

Quali sono i sintomi della poliomielite?

  • Mal di testa
  • Vomito
  • Diarrea
  • Indolenzimento del collo
  • Dolore articolare

Nei casi più gravi paralisi muscolare, deformazioni ossee, morte a causa della paralisi dell’apparato respiratorio.

 

 

Fonti:

https://www.epicentro.iss.it/polio/

https://www.epicentro.iss.it/polio/aggiornamenti

https://www.salute.gov.it/portale/malattieInfettive/dettaglioSchedeMalattieInfettive.jsp?lingua=italiano&id=117&area=Malattie%20infettive&menu=indiceAZ&tab=1

 

Circa l'autore
Dott.ssa Maria Virginia Carra
Dott.ssa Maria Virginia Carra
Mi laureo nel 2010 in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche all’Università degli Studi di Parma, successivamente continuo i miei studi con un Master alla Business School del Sole24Ore in Management del settore sanità, Pharma e Biomed. Dopo aver lavorato per circa 5 anni nel mondo della comunicazione e PR in ambito scientifico, prima in agenzia poi in azienda, intraprendo un nuovo percorso professionale in farmacia. Da allora, indosso il camice e continuo a coltivare la mia passione per la comunicazione, il mondo dell’healthcare e dell’integrazione alimentare.
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Mi laureo nel 2010 in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche all’Università degli Studi di Parma, successivamente continuo i miei studi con un Master alla Business School del Sole24Ore in Management del...
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